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martes, 8 de mayo de 2012
CLIENTE IPOTETICO
Al contrario dei centri sociali facenti capo ad organizzazioni, enti o partiti, i centri sociali autogestiti si caratterizzano per una gestione informale degli spazi e delle risorse, senza una precisa divisione tra "utenti" ed "organizzatori". Spesso le decisioni ufficiali vengono prese da un'assemblea o da un collettivo, a cui tutti coloro che frequentano il luogo possono prendere parte, attraverso dinamiche vicine al metodo del consenso più che delle votazioni a maggioranza.
A causa dell'enorme diffusione e dell'ignoranza dei più nei confronti delle diverse tipologie, nel parlare comune si tende ad omettere gli aggettivi che seguono al termine centro sociale, specialmente quando è chiaro a quale tipo di struttura ci si riferisca.
Il centro sociale autogestito, in genere, riceve un nome tramite un'esplicita procedura di "inaugurazione" (spesso una festa o un primo evento analogo, quale un concerto) o tramite eventuali comunicati dell'assemblea o del collettivo di gestione oppure semplicemente per via dell'uso comune di coloro che lo frequentano.
Tali centri nascono in origine prevalentemente da movimenti di sinistra radicale o antagonista, organizzando le strutture stesse su tali principi ed ideali. Esistono comunque anche centri sociali di colore politico opposto, facenti capo agli stessi principi dell'autogestione, ma naturalmente orientati verso proposte politiche proprie.
I CSA offrono un ventaglio più o meno ampio di servizi gratuiti o a "prezzi politici". Sono presenti bar o pub interni, ma soprattutto forme e mezzi per promuovere sport, musica, cultura, arte, lettura di libri e quotidiani; questo grazie anche a strutture di vario genere, come attrezzature informatiche e connessioni ad Internet, laboratori artistici o fotografici, ecc.
In alcuni centri sociali trovano sede degli hacklab, esperienze di autogestione orientate alle tematiche dei diritti digitali e della libertà di espressione.
Centri sociali e musica
La musica è
un importante motivo di attrazione e diffusione culturale per i centri sociali,
i quali spesso si prodigano nel promuovere autorganizzazione anche
nell'approccio ai generi musicali. Tuttavia,
la musica per eccellenza che nasce nei centri sociali (e attraverso questi si
diffonde e cresce) è il rap
e il raggamuffin
in italiano.Molti artisti muovono i primi
passi proprio dai centri sociali, mettendone in musica le idee portanti e le
realtà sociali presenti all'interno ed all'esterno di questi circuiti.
Appartengono a questa categoria l'esplosione artistica delle Posse, avvenuta negli
anni novanta,
il cui motore centrale furono l'Isola del Kantiere di Bologna, il Centro Sociale Occupato e Autogestito Leonkavallo di
Milano e il Forte Prenestino a Roma, i più attivi nel settore.
Questa sperimentazione creativa dette luogo successivamente ad alcuni criticati
embrioni di un nuovo tipo di centro sociale "aperto" alle influenze
esterne, ma con scarsa attenzione alla militanza politica, privilegiando di
fatto l'aspetto sociale.
Ad oggi non esiste più una musica specifica dei centri sociali: il reggae e il raggamuffin
hip hop a fine anni
ottanta hanno affiancato il punk, tra i generi preferiti dato il suo forte
contenuto sociale, anche se in realtà tali spazi autogestiti trovano
ispirazione in tutti i campi musicali, in special modo in generi di
sperimentazione o di scarso appeal commerciale. Grande diffusione negli
anni ottanta l'ha avuta l'hardcore punk, sfornando importanti band e restando
tutt'oggi uno dei generi più diffusi all'interno degli spazi con le sue
varianti (crustcore,
grindcore, skate punk, ska punk, punk rock ecc.). Inoltre nei centri
sociali si tengono concerti Oi!, genere musicale tipico degli skinhead, che
spesso occupano e gestiscono centri sociali specifici
Problematiche legate alla presenza di centri sociali
L'occupazione è un reato in quanto rappresenta un atto lesivo degli interessi dei proprietari degli stabili, generalmente enti pubblici. Lo sgombero degli occupanti è spesso un'operazione delicata che ha in alcuni casi incontrato tentativi di resistenza, talvolta con manifestazioni violente.La presenza del centro sociale può risultare, a volte, sgradita ai residenti nelle aree limitrofe a quest.Non mancano tuttavia esperienze in cui alcuni centri sociali sono venuti ad accordi con le amministrazioni comunali (semiregolarizzando o regolarizzando l'occupazione dell'edificio) e con il vicinato (concordando limiti di orario e di decibel).
martes, 1 de mayo de 2012
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